di Giovanni Augello
Redattore Sociale, 31 marzo 2015
“Soddisfatti a metà”. La data del 31 marzo 2015, ultimo giorno in Italia per gli Ospedali psichiatrici giudiziari, è “solo una tappa”. Ora i nodi da sciogliere passano alle regioni e l’attenzione, oltre che sugli internati che lasceranno le strutture, si sposterà sui nuovi ingressi e sulle Rems, strutture che preoccupano non poco il mondo delle associazioni.
È questo il bilancio tracciato da Stefano Cecconi, coordinatore della campagna Stop Opg, a poche ore dalla data fissata per il superamento degli Opg dalla legge 81 del maggio 2014. “Siamo soddisfatti, ma non ci siamo ancora spiega Cecconi. Ci sono resistenze. Le regioni chiedevano un rinvio al 2017. Per questo, fin dalle prossime ore, occorre organizzare il commissariamento di quelle regioni in ritardo perché non ci siano persone bloccate perché le regioni non hanno voluto organizzare quello che dovevano fare in questi mesi”.
Ad oggi sono circa 700 gli internati. Secondo la seconda relazione trimestrale al Parlamento sul programma di superamento degli Opg di febbraio, al 30 novembre 2014 gli Opg contavano 761 persone. Un dato che è quasi la metà di quello del 2012 (quando se ne contavano circa 1.200), ma che sembra non tranquillizzare le regioni. Per Cecconi, però, occorre far chiarezza: ci sarà bisogno di una certa gradualità nella chiusura.
“Ci vorranno alcuni giorni spiega -, perché si tratta di persone e non di pacchi. Una parte di loro potrà già essere dimessa, perché ci sono le schede di dimissione pronte, altri saranno trasferiti spero temporaneamente in queste Rems, che sono pur sempre strutture di tipo detentivo. Rems vuol dire residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza”. Per Cecconi, però, quel che conta è che sia partito “un processo che non può essere fermato”. (altro…)