Educare con gli asini

Due asinelle accudite da un gruppo di detenute in un’area attrezzata del carcere
Il progetto, iniziato nella sua concreta realizzazione nel novembre 2009, vede oggi nel carcere di Sollicciano – Firenze (sezioni femminili) la presenza di due asinelle in un apposito spazio verde recintato con box prefabbricato e la realizzazione di un corso di formazione guidato da una collaboratrice esperta nella cura degli asini, che coinvolge alcune donne detenute. La formazione viene curata dalla Dott.ssa Elisabetta Cannas, psicologa e onoterapeuta. Sostengono il progetto, per la parte che riguarda il pagamento di un contributo destinato alle donne detenute, i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese www.ottopermillevaldese.org.

Nei prossimi mesi proseguiremo le attività iniziate e amplieremo gli interventi all’interno del carcere: cercando di fare in modo che le asinelle con le donne che le accompagneranno siano presenti durante le ore di colloquio dei familiari con i detenuti nel Giardino degli Incontri ideato da Giovanni Michelucci.

Questo era uno dei motivi del nostro progetto: rendere i colloqui fra i familiari (spesso con bambini piccoli) e i detenuti e le detenute meno pesanti, rallegrati dalla presenza delle due asinelle.

Lo sviluppo però più importante del progetto è quello di creare un ponte con l’esterno, pensando di essere presenti con le asinelle e le detenute che le seguono ad alcune feste, presso ludoteche, incontrare gli asili e le scuole elementari.

In passato il progetto ha visto anche l’uscita di una donna detenuta con l’attuarsi delle misure alternative al carcere, e l’attivazione di una borsa lavoro, permettendo così alla detenuta di lavorare presso un’azienda agricola a Calenzano.

Ogni progetto che riguarda il carcere e che coinvolge detenute e detenuti dovrebbe sempre presentare i due tipi di intervento: quello all’interno dell’istituzione totale con adeguati corsi di formazione e quello esterno dove strutture idonee accolgano alcune delle persone formate per proseguire e terminare il loro periodo detentivo attraverso la semilibertà e l’affidamento al servizio sociale (educare, il verbo utilizzato nel nostro progetto, legato agli asini, riprendeva il termine latino di ex-ducere, ossia condurre fuori e voleva proprio mettere in evidenza che gli asini avrebbero facilitato la fuoriuscita di alcune ragazze).

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