Carceri. Antigone: “Il rapporto del CPT evidenzia questioni su cui è urgente intervenire”

21 Gennaio 2020 – Ass. Antigone

Questa mattina il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura, organo del Consiglio d’Europa, ha pubblicato un report (lo si può leggere qui, mentre qui si può leggere la sintesi tradotta da noi in italiano) sulla visita effettuata in Italia nei mesi scorsi e durante la quale i membri del Comitato avevano visitato alcune carceri del nostro paese.

“Quello che emerge nel report – il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – è una situazione che denunciamo da diverso tempo e che abbiamo avuto modo di segnalare anche al CPT, incontrato da noi durante la loro visita. La spinta riformatrice post sentenza Torreggiani si è fermata e questo ha prodotto e sta producendo un peggioramento delle condizioni di detenzione, con situazioni gravi sulle quali chi ha responsabilità politiche dovrebbe intervenire con urgenza”.

I membri del CPT, tra i vari istituti, hanno visitato anche Viterbo e Biella. In queste carceri erano già emerse numerose denunce da parte di detenuti che segnalavano episodi di violenza subiti da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Il Comitato ha ritenuto che la documentazione supportasse la veridicità delle accuse di maltrattamenti. “Questi casi di violenze erano stati oggetto di esposti da parte della nostra associazione – sottolinea ancora Gonnella. A maggior ragione dopo la pubblicazione del rapporto del CPT auspichiamo che ci sia una accelerazione sia nell’indagine amministrativa che in quella penale. Sarebbe anche importante che arrivasse il segnale esplicito da parte del governo intorno all’assoluto e categorico divieto di uso arbitrario della forza. Sappiamo che questi episodi non accadono dappertutto e dunque, a maggior ragione, è possibile un’opera di prevenzione. Nel rapporto si legge come, tra gennaio 2017 e giugno 2019, il numero di agenti sottoposti a procedimento disciplinare per fatti di maltrattamenti sia pari a 11 unità. 52 sono invece coloro che sono sottoposti a procedimento penale. La maggior parte di questi fatti è ancora pendente dinanzi alla magistratura”. (altro…)

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