Anche in carcere cambia la lingua
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Anche in carcere il linguaggio sta cambiando. Il ministero della giustizia ha inviato un circolare a tutti i Direttori invitandoli a fare in modo che detenuti ed operatori non utilizzino più un particolare gergo fatto soprattutto di diminutivi.
Frida Zampella – 30 marzo 2018
Firenze: la Costituzione nel carcere di Sollicciano con Flick
di Franco Corleone
L’Espresso, 26 marzo 2018
Mercoledì 28 marzo i detenuti di Firenze dialogheranno con Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale e già ministro della giustizia del governo Prodi nel 1996, sul tema: Una Costituzione attuale ma da attuare. Questo incontro cade in un momento particolarissimo, all’inizio della XVIII legislatura e alla fine del processo di riforma dell’Ordinamento penitenziario. Settanta anni fa fu approvata la Carta costituzionale che all’articolo 27 sancisce l’abolizione della pena di morte e il carattere delle pene finalizzate al reinserimento sociale.
È importante che si chiuda il lavoro degli Stati Generali sul carcere per dare speranza e offrire una spinta per il cambiamento delle condizioni della vita quotidiana per i reclusi. Il punto più qualificante è rappresentato dalla importanza data alla salute psichica in carcere e alla possibilità di misure alternative anche ai detenuti affetti da patologie psichiatriche e non solo da problemi fisici. La condizione della mente assumerà la stessa dignità di quella del corpo. Le nuove Camere riceveranno il nuovo testo del provvedimento con le modifiche apportate dopo i pareri delle Commissioni Giustizia della Camera e del Senato, della Conferenza unificata delle Regioni e il giudizio del Consiglio Superiore della Magistratura e avranno dieci giorni per una presa d’atto. È probabile che toccherà ancora al Governo Gentiloni decidere l’approvazione definitiva. Se accadesse il 25 Aprile sarebbe un segno di liberazione per gli ultimi. (altro…)
Sbatti l’immigrato 2.455 volte in prima pagina
Pubblicato da: associazionecartadiroma il 23 febbraio 2018
In Italia, nel 2017 sono calati gli omicidi, i delitti, le rapine, i furti, ma anche gli sbarchi, che sono passati da 181.436 a 119.310. L’unica cosa che è salita è la paura dello straniero. Perché?
Rilanciamo di seguito l’articolo del giornalista Simone Mosca pubblicato oggi sul Venerdì di Repubblica, in cui vengono citati i risultati del report Notizie da paura 2017.
di Simone Mosca
Scorre placido il Ticino, gli studenti lasciano le aule dell’Università, si abbassano le saracinesche delle vecchie botteghe, è solo mezzogiorno e mezzo ma nell’aria c’è già quell’inconfondibile suono di posate e stoviglie che dà il via al sonnolento rito del pranzo in provincia. Ma come si fa ad avere paura dei migranti a Pavia? «E invece è proprio così, e non solo a Pavia, in tutta Italia. Nel 2017 i crimini sono calati: gli omicidi dell’ 11,8 per cento, i delitti del 9, le rapine dell’11, i furti del 9. Gli sbarchi sono passati da 181 mila 436 a 119 mila 310, calando del 34 per cento. Solo la paura dello straniero è salita: quasi al 40. (altro…)
Carceri, ha vinto la paura della destra
di Patrizio Gonnella Il Manifesto, 23 febbraio 2018
La riforma dell’ordinamento penitenziario non è stata approvata. Ieri il Consiglio dei Ministri ha lasciato in naftalina le norme sulle misure alternative, sulla sanità penitenziaria e sulla vita interna alle carceri. Il 4 marzo è vicino e una variegata compagnia ha già intascato il primo risultato. Ha vinto Salvini con le sue truci volgarità. Ha vinto Luigi Di Maio che insultava la riforma definendola l’ennesimo svuota-carceri.
Ha vinto chi in Forza Italia ha sposato tesi leghiste. Ha vinto chi nel Governo e nel Partito Democratico era da sempre contrario, soffrendo il percorso riformatore. Ha vinto chi ha spostato l’asse del governo verso posizioni securitarie. Hanno vinto quei sindacati autonomi di polizia penitenziaria che si sono sempre dichiarati contrari a ogni tentativo di umanizzazione della vita penitenziaria e che intendono confinare gli agenti al ruolo di girachiavi e i detenuti al ruolo di camosci.
Hanno vinto soprattutto quei magistrati che hanno detto e fatto di tutto per bloccare la riforma nel nome della lotta alla mafia. Ha vinto il procuratore di Catania Sebastiano Ardita che da mesi solleva dubbi e resistenze, alcune delle quali espresse nella convention di Casaleggio e amici. Pensa di aver vinto, ma in realtà ha perso, chi pensa che la politica sia tattica, attendismo. Chi pensa che una riforma vada trattata come una partita di calcio, ossia una lunga melina con vittoria ai supplementari quando tutti sono oramai distratti. (altro…)
Comunicato stampa del Coordinamento Nazionale dei Garanti Regionali e territoriali delle persone detenute – appello al Ministro di Giustizia e adesione allo sciopero della fame in corso: oltre 30 garanti digiunano
Franco Corleone, a nome e per conto del Coordinamento nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone detenute, nella giornata di venerdì 16 febbraio u.s. ha formalmente inviato una presa di posizione ufficiale – che ora viene resa pubblica – sulla questione dei decreti delegati per la riforma dell’Ordinamento penitenziario all’attenzione del Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando, del suo Capo di Gabinetto dottoressa Elisabetta Maria Cesqui e dell’Ufficio legislativo del Ministero di via Arenula. Il documento qui sotto riportato ha avuto la più larga condivisione da parte dei Garanti regionali, provinciali e comunali. Definendo il testo condiviso, il Coordinamento dei Garanti delle persone detenute ha anche proposto per la giornata di giovedì 22 febbraio p.v. – in concomitanza con la preannunciata riunione del Consiglio dei Ministri – l’adesione all’attuale mobilitazione nelle carceri a sostegno della riforma. La mobilitazione dei Garanti dei Detenuti assumerà la forma di un’adesione per 24 ore allo sciopero della fame in corso – iniziativa nonviolenta promossa dal Partito Radicale Nonviolento e da Rita Bernardini e fatta propria da oltre 10.000 detenuti ristretti nelle 190 carceri italiane – e si svolgerà appunto nel giorno in cui si riunisce il Consiglio dei Ministri che, secondo il Presidente Gentiloni ed il Ministro Orlando, dovrebbe adottare importanti decisioni sull’iter del decreto già presentato e sugli altri necessari per la piena attuazione della delega parlamentare della legge 103 del 23 giugno 2017. La partecipazione allo sciopero della fame di oltre 30 Garanti delle persone detenute rappresenta l’inizio di una mobilitazione per i prossimi 10 giorni affinché tutti i passaggi istituzionali e tutti gli spazi di manovra siano percorsi al fine di un ottenere una riforma il più ampia e significativa possibile. (altro…)