
Crowdfunding – NUOVO DISCO DELL’ORKESTRA RISTRETTA DEL CARCERE DI SOLLICCIANO
IN/ OUT IL NUOVO DISCO DELL’ORKESTRA RISTRETTA DEL CARCERE DI SOLLICCIANO
Tempo Reale promuove la realizzazione del nuovo disco dei detenuti dell’Orkestra Ristretta di Sollicciano IN/OUT. Negli anni, i contatti con i musicisti militanti del centro che hanno partecipato ai laboratori e i contributi musicali dei detenuti membri dell’Orkestra hanno contaminato la produzione dell’ensemble. Il progetto discografico nasce proprio per celebrare questi incontri musicali sincretici tra “dentro” e “fuori”. All’incisione partecipano i musicisti toscani collaboratori del centro: Andrea Gozzi, Lorenzo Lapiccirella, Stefano Rapicavoli, Federico Pacini (Bandabardò), il compositore Francesco Giomi, Michele Lombardi (Scaramouche) e il Coro multietnico CONfusion che suoneranno insieme ai detenuti e al direttore Massimo Altomare.
Per realizzare il cd è stata lanciata una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal basso.
La campagna sarà attiva dal 14 settembre al 31 ottobre.
Per sostenere i detenuti e aiutarli a realizzare il loro progetto discografico è possibile fare una donazione a questo link:
Segui la campagna anche su Fb (@temporealefirenze e @orkestraristrettasollicciano) e su Instagram (@temporeale e @orkestraristretta) e condividila: anche questo è un modo per sostenere i detenuti!
Spot campagna:
Sito TR (landing page):
https://temporeale.it/in-out-il-nuovo-disco-dell-orkestra-ristretta-del-carcere-di-sollicciano/
UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE AI PARTNER CHE SOSTENGONO L’INIZIATIVA:
Fondazione Finanza Etica, Siamosolidali.it, Associazione Pantagruel ODV, Associazione Volontariato Penitenziario A.V.P.
L’Orkestra Ristretta è un ensemble musicale diretto da Massimo Altomare con il coordinamento di Tempo Reale. E’ sostenuto da Regione Toscana, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con Ministero di Giustizia e Casa Circondariale di Sollicciano.
Comunicato congiunto di Garanti dei detenuti e volontariato
Ristretti Orizzonti, 7 luglio 2020
La Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà e la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia si sono riunite il 02.07.2020 in un incontro in streaming, a cui ha partecipato anche l’Ufficio del Garante Nazionale. Finalità dell’incontro: aggiornarsi sulla situazione complessiva degli istituti e valutare la prospettiva di una ripresa delle attività che preveda anche il rientro nelle carceri dei volontari e dei soggetti del terzo settore.
Pur non sottovalutando le difficoltà che la situazione attuale ancora presenta e tenendo altresì conto però di una situazione epidemiologica generale confortante, Conferenza dei Garanti territoriali e Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia propongono quanto segue:
Ripresa attività trattamentali
È necessario favorire un graduale ma costante percorso di ripresa dell’accesso degli operatori del terzo settore con i dovuti accorgimenti per la prevenzione del contagio.
Pur consapevoli della necessità che al personale sia garantito il piano ferie, si auspica venga fatto ogni sforzo per non ridurre le attività trattamentali durante il periodo estivo.
Attività in presenza: I volontari autorizzati si sottoporranno al triage di ingresso come tutti gli altri operatori.
I colloqui individuali di sostegno si svolgeranno con adozione di distanziamento di m 1.50 tra operatore esterno e persone detenute e l’uso puntuale della mascherina protettiva e del gel igienizzante da parte di tutti.
Incontri di formazione e attività rieducative/di reinserimento di gruppi limitati di detenuti si svolgeranno in spazi che consentano un significativo distanziamento dell’operatore dal gruppo (aree verdi, auditorium, sala teatro, biblioteca, campo da calcio).
Attività da remoto: l’utilizzo delle tecnologie per i colloqui di sostegno individuale e per le attività di gruppo scolastiche, educative e ricreative dovrà essere potenziato, con la possibilità che ogni attività venga gestita sia in presenza degli operatori volontari, sia in remoto, quando questa può essere considerata una opportunità di ampliare e approfondire le iniziative con la partecipazione di esperti significativi dall’esterno.
(altro…)Carcere, ma ci sarà una Fase 2?
di Ornella Favero* – Ristretti Orizzonti, 26 aprile 2020
Ma quale potrebbe essere la Fase 2 in carcere? Quando riapriranno le sale colloqui? Quando rientrerà il Volontariato? Quando finirà quel “distanziamento sociale” che nelle galere si è esercitato solo nei confronti della società esterna, scuola e volontari, che sono stati subito messi fuori, mentre tra detenuti continua la più rischiosa vicinanza? Sono domande che il Volontariato non si limita a porre astrattamente, ma a cui vorrebbe collaborare a trovare delle risposte.
Le tecnologie sono “entrate” per il virus, ora non devono più uscire
La cosa più drammatica che potrebbe succedere nella Fase 2 è che le tecnologie, entrate di prepotenza in carcere, anche per far fronte all’epidemia di rabbia che rischiava di diffondersi e inquinare le condizioni di vita già difficili, ne escano appena si tornerà a un po’ di normalità ripristinando i colloqui visivi. No, non si deve tornare indietro perché anche in condizioni “normali” i rapporti con le famiglie, le telefonate e i colloqui nel nostro Paese sono veramente una miseria. Abbiamo visto detenuti piangere dopo aver parlato in videochiamata con un genitore che non vedevano da anni, non è pensabile che questa boccata di umanità a costo zero possa finire.
Zoom, Meet, Skype, quando le Videoconferenze sono cibo per la mente
Le attività scolastiche in videoconferenza sono state autorizzate anche nelle carceri, ma funzionano ancora poco. Eppure, sono attività che potrebbero aprire grandi possibilità, soprattutto per ampliare gli spazi dello studio e dei percorsi rieducativi. In tanti oggi mettono le mani avanti dicendo che c’è il rischio che le tecnologie si sostituiscano alla presenza viva della società civile, il cui ruolo è fondamentale nelle carceri. Noi pensiamo che invece le videoconferenze possano essere un autentico arricchimento: mettere insieme per esempio, come si sta facendo a Padova, voci come quella di Fiammetta Borsellino, della figlia di un detenuto dell’Alta Sicurezza e di altri detenuti, che dialogano con gli studenti, è una opportunità che non deve riguardare solo l’area penale esterna, ma deve coinvolgere stabilmente anche il carcere e le persone detenute e non rimanere legata solo all’emergenza: si tratta infatti di una autentica rivoluzione culturale di enorme valore, che mette al centro la responsabilità, cioè il cuore vero della rieducazione. Ma dà anche degli strumenti fondamentali alle persone detenute, che non possono restare dei “senzatetto digitali”, se non vogliamo che il reinserimento diventi ogni giorno più difficile in una società, che le tecnologie le dovrà mettere sempre più al centro della sua vita. (altro…)
Urgente Appello Partito Radicale carceri
Nel luglio 2011 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affermò che “La questione del sovraffollamento nelle carceri è un tema di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile”.
a) l’indulto avrebbe l’immediato effetto di ridurre considerevolmente la popolazione (…) riportando il numero dei detenuti verso la capienza regolamentare;
b) l’amnistia consentirebbe di definire immediatamente numerosi procedimenti per fatti “bagatellari” (destinati di frequente alla prescrizione se non in primo grado, nei gradi successivi del giudizio), permettendo ai giudici di dedicarsi ai procedimenti per reati più gravi e con detenuti in carcerazione preventiva. Ciò avrebbe l’effetto – oltre che di accelerare in via generale i tempi della giustizia – di ridurre il periodo sofferto in custodia cautelare prima dell’intervento della sentenza definitiva (o comunque prima di una pronuncia di condanna, ancorché non irrevocabile).
Carceri. Antigone: “Il rapporto del CPT evidenzia questioni su cui è urgente intervenire”
21 Gennaio 2020 – Ass. Antigone
Questa mattina il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura, organo del Consiglio d’Europa, ha pubblicato un report (lo si può leggere qui, mentre qui si può leggere la sintesi tradotta da noi in italiano) sulla visita effettuata in Italia nei mesi scorsi e durante la quale i membri del Comitato avevano visitato alcune carceri del nostro paese.
“Quello che emerge nel report – il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – è una situazione che denunciamo da diverso tempo e che abbiamo avuto modo di segnalare anche al CPT, incontrato da noi durante la loro visita. La spinta riformatrice post sentenza Torreggiani si è fermata e questo ha prodotto e sta producendo un peggioramento delle condizioni di detenzione, con situazioni gravi sulle quali chi ha responsabilità politiche dovrebbe intervenire con urgenza”.
I membri del CPT, tra i vari istituti, hanno visitato anche Viterbo e Biella. In queste carceri erano già emerse numerose denunce da parte di detenuti che segnalavano episodi di violenza subiti da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Il Comitato ha ritenuto che la documentazione supportasse la veridicità delle accuse di maltrattamenti. “Questi casi di violenze erano stati oggetto di esposti da parte della nostra associazione – sottolinea ancora Gonnella. A maggior ragione dopo la pubblicazione del rapporto del CPT auspichiamo che ci sia una accelerazione sia nell’indagine amministrativa che in quella penale. Sarebbe anche importante che arrivasse il segnale esplicito da parte del governo intorno all’assoluto e categorico divieto di uso arbitrario della forza. Sappiamo che questi episodi non accadono dappertutto e dunque, a maggior ragione, è possibile un’opera di prevenzione. Nel rapporto si legge come, tra gennaio 2017 e giugno 2019, il numero di agenti sottoposti a procedimento disciplinare per fatti di maltrattamenti sia pari a 11 unità. 52 sono invece coloro che sono sottoposti a procedimento penale. La maggior parte di questi fatti è ancora pendente dinanzi alla magistratura”. (altro…)