Sopravvivere tra legalità e dignità

Non si può essere buoni giuristi e cittadini consapevoli senza riflettere sul carcere e sulla realtà che esso oggi rappresenta. Già Voltaire indicava le carceri come metro di giudizio per misurare la civiltà di un Paese. L’articolo 27 della nostra Costituzione, al comma terzo, statuisce che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Evidente è l’abisso che separa la situazione carceraria di oggi dal dettato costituzionale, rimasto nella maggior parte dei casi lettera morta. L’Italia può pertanto dirsi un Paese civile?

Prendendo le mosse dalla realtà di Firenze, il 29 ottobre 2015 il FuoriLegge-UdU-Sinistra Universitaria promuove un incontro sul tema con la direttrice della casa circondariale di Sollicciano, Maria Grazia Giampiccolo, con il presidente dell’Associazione Pantagruel, Salvatore Tassinari, e con Giuseppe Caputo, assegnista di ricerca in Filosofia del diritto presso l’Università degli Studi di Firenze e membro di Altro Diritto.
Seguirà il dibattito un esperimento di teatro forum a cura dell’Associazione Sottoteatro.

29 ottobre 2015 ore 16, Polo di Novoli Aula D6/013 

 

 

One thought on “Sopravvivere tra legalità e dignità

  1. O vince la legalita e il sommerso soccombe, o vince il sommerso a scapito della legalita, della sopravvivenza delle aziende oneste, delle conquiste di civilta e dignita dei lavoratori, degli stessi interessi dei consumatori. Noi non ci daremo pace fino a che non avra prevalso la prima.

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